Il vaccino sembra essere l'arma definitiva contro il coronavirus e la via migliore per tornare alla vita normale. Gli infettivologi stimano che un vaccino potrebbe essere pronto in 12-18 mesi. La triste verità dietro questa rosea previsione è quella di un vaccino probabilmente che non arriverà così presto. Nella prassi, infatti, i ricercatori hanno bisogno di anni per ottenere finanziamenti, approvazioni e testare i risultati.
Esistono già almeno 254 terapie e 95 vaccini correlati al Covid-19 da valutare, di cui, nonostante la spinta senza precedenti per il vaccino Covid-19, generalmente vengono autorizzati meno del 10% dei farmaci che entrano in studi clinici approvati.
Nel processo che porta allo sviluppo di un vaccino, il primo passo consiste nella ricerca. Partendo dagli studi sulle epidemie di SARS e MERS, si è notato che SARS e SARS-CoV-2, sono identici quasi all'80%, ed entrambi usano le cosiddette proteine spike per agganciarsi ad un recettore specifico presente sulle cellule polmonari.
Passo successivo è il lavoro pre-clinico e di preparazione, in cui una fabbrica pilota è pronta a produrre abbastanza vaccino per gli studi.
Il vaccino viene poi testato su piccoli gruppi di persone - alcune dozzine durante la Fase 1, poi alcune centinaia nella Fase 2, quindi migliaia nella Fase 3. Di solito passano mesi tra le differenti fasi in modo che i ricercatori possano rivedere i risultati e ottenere le approvazioni per le fasi successive.
Se un vaccino si dimostra efficace nelle prime prove, i legislatori potrebbero emettere una disposizione per l'uso d’emergenza in modo che medici, infermieri e altri lavoratori essenziali possano essere vaccinati immediatamente.
Ricercatori di Oxford hanno annunciato che, se gli studi dimostrassero successo, il loro vaccino contro il coronavirus potrebbe essere pronto per l'uso d'emergenza entro settembre.
Le approvazioni finali richiedono poi, in genere, un anno intero, durante il quale scienziati e comitati consultivi riesaminano gli studi per assicurarsi che il vaccino sia sicuro ed efficace come dicono i produttori farmaceutici.
Una volta che avremo in mano un vaccino funzionante, le aziende dovranno iniziare a produrre milioni - forse miliardi - di dosi, oltre ai milioni di dosi di vaccino che vengono già prodotte ogni anno per parotite, morbillo e altre malattie. Un'impresa quasi inimmaginabile.
Il Covid-19, infine, vive all'ombra del virus più fastidioso che abbiamo mai affrontato: l’HIV. Dopo quasi 40 anni di lavoro i ricercatori affermano di non aspettarsi un successo per il vaccino contro l’HIV fino al 2030 od oltre.
È improbabile che sia questo il caso del Covid-19, perché, a differenza dell’HIV, non sembra mutare in modo significativo, ma la storia dell’HIV offre un barlume di speranza su come la vita possa continuare anche senza un vaccino.
I ricercatori hanno sviluppato moltissimi farmaci antivirali che hanno abbassato il tasso di mortalità e migliorato i risultati sanitari per le persone che soffrono di AIDS. I farmaci terapeutici, piuttosto che i vaccini, potrebbero anche cambiare la lotta contro il Covid-19.
L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha iniziato una ricerca globale di farmaci per curare i pazienti affetti dal Covid-19 ed in caso di successo, tali farmaci potrebbero ridurre il numero di ricoveri ospedalieri e aiutare le persone a riprendersi più velocemente da casa.
Tutto ciò, combinato con test rigorosi e tracciabilità dei contatti - con l’identificazione dei pazienti infetti e la quarantena anche per i contatti recenti – potrebbe farci sperare in futuro un po' più luminoso.