Classificazione
Il cancro alla prostata viene classificato a seconda dello stadio nel quale il tumore si trova e in base al grado di aggressività delle cellule tumorali. Questi due criteri sono alla base per una potenziale terapia.
Il grado di aggressività è misurato dalla scala di Gleason: questa comprende un intervallo di valori che va da 6 a 10. I tumori con un punteggio più elevato sono più aggressivi e, dunque, più difficili da curare. Il punteggio si basa sull’organizzazione delle cellule tumorali. Ogni schema ha un valore compreso tra 1 e 5. Il patologo somma il punteggio dei due schemi presenti nella maggior parte dei campioni di tessuto. Per esempio: le cellule tumorali più presenti sono classificate con un punteggio di 3, le seconde più comuni hanno punteggio 4. In questo caso, il valore di Gleason è di 3+4=7.
Negli ultimi anni, è sempre più usata la classificazione ISUP. Questa divide, in base al punteggio di Gleason, il tumore della prostata in 5 gradi, con un’aggressività che viene progressivamente misurata da 1 (tumore meno aggressivo) a 5 (più aggressivo).
Lo stadio in cui si trova il tumore alla prostata si basa sulla classificazione TNM. L’urologo osserva la grandezza e l’invasione da parte del tumore all’interno o all’esterno della prostata (T), determinandone l’avanzamento, in 4 stadi. Il medico, inoltre, assegnerà una lettera, a, b o c, corrispondente alla grandezza del tumore.
Inoltre, viene verificato se i linfonodi nell’area intorno alla prostata siano stati contagiati (N) o se il cancro si sia diffuso da altre parti, generando metastasi (M).
Normalmente, se il tumore della prostata produrrà delle metastasi, queste andranno generalmente a formarsi a livello delle ossa, molto spesso la colonna vertebrale, oppure i polmoni, fegato o cervello.