Corsi Congressuali 2014
- IMAGING IN ONCOLOGIA PROSTATICA E RENALE
Coordinatore: R. Schiavina (Bologna)
Programma
- Imaging nella diagnosi del tumore prostatico , biopsie-MR guidate ed imaging di fusione - L. Mearini (Perugia), V. Panebianco (Roma)
- Imaging nella ristadia zione del tumore prostatico dopo terapia locale primaria - A. Gallina (Milano), R. Schiavina (Bologna)
- Imaging nella diagnosi e nel follow up delle piccole masse renali - G. Cardone (Milano)
- Discussione
Descrizione
La diagnostica per immagini delle malattie tumorali urologiche riveste da sempre un grande interesse, specie per il tumore prostatico e per quello renale. Le nuove tecniche disponibili oggi sono in grado di ottenere diagnosi raffinate e di cambiare la strategia terapeutica in molti casi, mentre in altri non è ancora chiaro il reale impatto clinico e come limitarne il sovrautilizzo.
Nell’ambito dell’imaging del tumore della prostata, la Risonanza Magnetica (RM) ha assunto oggi un ruolo primario. La RM multiparametrica consente oggi una buona stadiazione locale, un accurato monitoraggio delle forme indolenti e permette di diagnosticare i casi più difficili. Inoltre, lo sviluppo dell’ecografia transrettale con imaging di fusione ha ulteriormente accresciuto il ruolo della RM nella diagnosi precoce del carcinoma prostatico. Tuttavia rimangono da definire le esatte indicazioni cliniche e il corretto utilizzo in termini costo-beneficio nell’uso routinario.
Allo stesso modo la PET/CT ha dato risultati molto positivi nella stadiazione sistemica e nella diagnosi di recidiva di malattia, con tecniche di fusione PET/RM e nuovi radio-traccianti promettenti. Tuttavia vi sono ancora grosse limitazioni di sensibilità e di interpretazione dei risultati, con un frequente sovra utilizzo e costi rilevanti per la sanità.
Per le piccole masse renali, l’imaging insieme alla caratterizzazione istologica ha notevolmente contribuito a cambiare la strategia terapeutica, con lo sviluppo di approcci complessi e controversi, come la sorveglianza e l’ablazione.
Il presente corso si prefigge di affrontare i topics attualmente di maggiore intesse nell’ambito della diagnostica oncologica prostatica e renale, offrendo una panoramica delle ultime novità e delle tecnologie più innovative, senza tralasciare la necessità di definire l’appropriato uso clinico e di standardizzare il work-up radiologico.
- PROSTATITI 2.0: RISVOLTI SESSUALI E RIPRODUTTIVI
Coordinatori: T. Cai (Trento), F. Fusco (Napoli)
Moderatori: T. Cai (Trento), F. Fusco (Napoli)
Programma
- Classificazione ed Epidemiologia delle prostatiti e MAGI - S. Cimino (Catania)
- Diagnostica ambulatoriale: cosa dobbiamo fare? - F. Palumbo (Bari)
- Terapia delle sequele andrologiche delle prostatiti/MAGI - A. Zucchi (Perugia)
- Discussione
Descrizione
Le affezioni infettive delle ghiandole seminali accessorie maschili (MAGI: male accessory glands infections) sono una patologia negletta, sebbene di elevata prevalenza. Le prostatiti in particolare hanno un notevole impatto sulla qualità di vita in generale, in quanto causa frequente di LUTS, anche severi. Tuttavia le patologie infettive di prostata, vescicole seminali ed epididimi, dato il ruolo di queste strutture nella funzione riproduttiva maschile, possono impattare severamente le capacità riproduttive dell’individuo, alterando la qualità del liquido seminale ed il potenziale di fertilità. Inoltre la condizione infiammatoria che quasi invariabilmente consegue all’infezione delle ghiandole seminali accessorie può determinare un’alterazione della funzione erettile ed eiaculatoria, con notevole deterioramento della qualità di vita sessuale dell’uomo e della coppia.
Le MAGI presentano numerosi problemi diagnostici e terapeutici, e la gestione clinica delle problematiche sessuali e riproduttive ad esse associate sono problematiche, soprattutto in virtù dell’assenza di chiare linee guida.
Scopo del corso è fornire una visione delle MAGI dal punto di vista della medicina sessuale e riproduttiva, analizzare i gold standard diagnostici e terapeutici alla luce della letteratura disponibile, e proporre dei suggerimenti pratici ed operativi per la quotidiana gestione di questa difficile tipologia di pazienti.
- SORVEGLIANZA ATTIVA, TERAPIA FOCALE, PROSTATECTOMIA RADICALE ROBOTICA: QUALE TRATTAMENTO PER MALATTIE A BASSO RISCHIO?
Coordinatore: G. Guazzoni (Milano)
Programma
- Introduzione al corso - A. Simonato (Genova)
- Sorveglianza Attiva: tra il virtuale ed il reale - R. Valdagni (Milano)
- Terapia Focale: perché, chi, come, quando e dove - M. Lazzeri (Milano)
- Prostatectomia Radicale Robotica: una terapia focale "whole gland" - G. Guazzoni (Milano)
- Discussione
Descrizione
Il comportamento bilogico della neoplasia prostatica è caratterizzato, in molti casi, da un lento accrescimento, che, in alcuni pazienti,
anche se non trattato, non potrà mai diventare clinicamente evidente. E’ da questa costatazione biologica che negli ultimi anni è emerso sempre con maggiore vigore il dilemma, condiviso da tutte le figure professionali che si occopano della neoplasia prostatica, se, e quando, e come trattare questa neoplasia. Molti clinici si sono posti quindi il dubbio che alcuni pazienti potrebbero essere sottoposti a trattamenti senza che questi possano offrire loro un sicuro vantaggio sulla sopravvivenza, mentre li esporrebbe al potenziale aumento della morbidità. Da qui è nato l’interesse dei medici specialistici verso strategie alternative nella gestione di malati con una neoplasia prostatica organo-confinata. Queste strategie hanno come obiettivo quello di evitare o ritardate l’inizio di terapie invasive, è il caso della sorveglianza attiva, oppure di ovviare o minimizzare l’impatto degli effetti collaterali dei trattamenti strandard mantenendo gli stessi risultati oncologici a lungo termine, questo è il caso della terapia focale.
La recente introduzione e diffusione della chirurgia robotica si è dimostrata capace di massimizzare i propri risultati proprio nei pazienti con malattia prostatica organo confinata. I risultati oncologici sono sovrapponibili alla chirurgia a cielo aperto, ma offrono oltre ai vantaggi della minima invasività una significativa riduzione della percentuale di incontinenza urinaria e impotenza post operatoria.
Lo scopo del corso è di confrontare queste metodiche, cercando di chiarire i criteri di selezione per ciascuno di questi trattamenti valutando i pro e i contro sia sul piano del controllo oncologico che su quello funzionale.
- LE PAROLE CHE TI HO DETTO... GLI ASPETTI COMUNICATIVO-RELAZIONALI NELLA CURA DEL PAZIENTE UROLOGICO?
Coordinatore: I. Fossati (Milano)
Programma
- Presentazione del team, del corso e dei partecipanti
- Una visita urologica simulata
- Discussione sugli aspetti comunicativo-relazionali
- Cenni sulla medicina patient centred e l’agenda del paziente
- Cenni sul processo comunicativo-relazionale e le tecniche di comunicazione
- Conclusioni
Relatori: I. Fossati (Milano), E. Fragalà (Catania), N. Mondaini (Firenze), P. Usai (Cagliari)
Descrizione
La letteratura scientifica attribuisce un’importanza sempre più rilevante alle competenze comunicativo-relazionali della professione medica nella cura di una persona malata.
Anche lo specialista urologo in alcune fasi della cura – dalla formulazione di una diagnosi all’impostazione di un piano terapeutico sino all’aderenza del paziente alle terapie – si confronta sempre più con la potenzialità di tali capacità, la cui acquisizione non si esaurisce soltanto in aspetti personologici del professionista o in apprendimenti sul saper dire che si maturano nel corso dell’esperienza clinica; esse infatti possono essere evidenziate, discusse e apprese all’interno di una cornice di formazione.
La SIU, a seguito di un percorso di apprendimento su queste tematiche “Relazione medico-paziente in urulogia DE-Luts”, si è fatta di recente promotrice dell’esistenza di un gruppo di lavoro sul couselling riconoscendo l’importanza degli aspetti comunicativo-relazionali della professione urologica.
Il corso, proposto in sede congressuale, sarà la “prima uscita pubblica” del gruppo di lavoro suddetto e intende promuovere la tematica della comunicazione e della relazione nella presa in carico del paziente urologico con particolare riferimento a: il vissuto del paziente, il vissuto del medico e l’utilizzo di tecniche comunicative e strategie relazionali nel percorso di cura.
Il corso sarà condotto con l’utilizzo di una metodica attiva formativa per cui i partecipanti potranno mettersi in gioco in un contesto formativo finalizzato a ricevere stimoli sulle proprie competenze comunicativo-relazionali spese e da spendere nella pratica professionale.
- UPDATE SUL TRATTAMENTO ENDOUROLOGICO DELLA CALCOLOSI RENALE: TERAPIE ALTERNATIVE O COMPLEMENTARI?
Coordinatore: L. Cormio (Bari)
Programma
- Introduzione - L. Cormio (Bari)
- La PCNL: prona, supina o...? - L. Defidio (Roma)
- La MicroPerc e la MiniPerc: tecniche meno traumatiche, ma... - R. Miano (Roma)
- La RIRS: la meno invasiva e la più versatile - G. Giusti (Milano)
- Approccio alla calcolosi in età pediatrica: dalla ESWL alla PCNL passando per la URS - S. Ferretti (Parma)
- Dalla teoria alla pratica: cosa fare a chi e perché. Discussione casi clinici
Moderatori: L. Cormio (Bari), W. Rigamonti (Padova)
Panel: L. Defidio (Roma), S. Ferretti (Parma), G. Giusti (Milano), R. Miano (Roma)
Descrizione
Il trattamento endourologico della calcolosi renale è in continua evoluzione grazie soprattutto al perfezionamento tecnologico dell’armamentario.
La chirurgia percutanea resta il trattamento standard; saranno quindi analizzati i suoi più moderni aspetti, dalla posizione allo strumentario con cui eseguirla.
La RIRS rappresenta tuttavia una valida alternativa terapeutica; sarà quindi analizzato il suo ruolo attuale. Infine, sarà fornita una overview dell’attuale scenario del trattamento della calcolosi renale in età pediatrica.
Al termine delle relazioni vi sarà la discussione interattiva di alcuni casi clinici finalizzata ad un approccio terapeutico specifico per le caratteristiche del paziente.
- NEFRECTOMIA PARZIALE LAPAROSCOPICA O ROBOT ASSISTITA: COME PREVENIRE LE COMPLICANZE
Coordinatore: F. Porpiglia (Torino)
Programma
- Presentazione del corso - F. Porpiglia (Torino); Provoker: V. Pagliarulo (Bari)
- Selezione dei pazienti, previsione del rischio di complicanze e classificazione delle complicanze - B. Rocco (Milano)
- Face-to-Face: Note di tecnica per prevenire le complicanze: il punto di vista dell’esperto - F. Porpiglia (Torino) vs A. Celia (Bassano del Grappa, VI)
- Discussione
Descrizione
Negli ultimi anni la chirurgia mini-invasiva (laparoscopia standard e robot assistita) riservata in passato per il trattamento delle piccole masse renali ha esteso le sue indicazioni nei confronti di neoformazioni di dimensioni maggiori e di complessità crescente.
Ovviamente tale evoluzione ha aumentato la possibilità di incorrere in gravi complicanze sia di tipo generale, nonché urologiche come fistole urinose e sanguinamenti la cui gestione, talora, richiede complesse procedure di re-intervento con rischi di compromissione della funzione renale. La prevenzione di tali complicanze è, quindi, di fondamentale importanza per raggiungere alti standard chirurgici e per estendere quanto più possibili le indicazioni al trattamento conservativo del tumore renale organo confinato. Il corso verrà sviluppato da urologi con notevole esperienza nelle tecniche conservative della chirurgia renale, mediante l’utilizzo di materiale multimediale. L’obiettivo è quello di esaminare e fornire ai partecipanti tutti gli accorgimenti tecnici finalizzati ad aumentare la qualità di tali procedure.
- COSA C'È DI NUOVO IN ONCOLOGIA RENALE?
Coordinatore: A. Volpe (Novara)
Moderatori: A. Antonelli (Brescia), N. Longo (Napoli), A. Volpe (Novara)
Programma
- Cosa c’è di nuovo per il patologo? - G. Martignoni (Verona)
- Cosa c’è di nuovo nelle classificazioni prognostiche? - L. Masieri (Firenze)
- Cosa c’è di nuovo nelle terapie ablative? - C. Spreafico (Milano)
- Cosa c’è di nuovo nel trattamento della malattia avanzata/metastatica? - C. Porta, (Pavia)
Descrizione
Il corso vuole fornire un aggiornamento sulle novità in tema di diagnosi e trattamento delle neoplasie renali grazie all'intervento di urologi, patologi, radiologi e oncologi medici con grande esperienza clinica e scientifica nel settore.
Verranno presentate le novità in tema di istologia delle neoplasie renali introdotte nella recente classificazione ISUP/Vancouver 2013, aggiornamenti su score anatomici pre-operatori e nomogrammi prognostici, i dati più aggiornati sulle terapie ablative classiche e di più recente introduzione con particolare attenzione per quelle con approccio percutaneo e le ultime evidenze sul ruolo della nefrectomia citoriduttiva e sui trial di terapia biologica per la malattia metastatica.
Il corso si prefigge una intensa interazione tra relatori e discenti con ampia discussione degli argomenti trattati.
- CARCINOMA VESCICALE NON MUSCOLO INVASIVO: QUALITA' DEL TRATTAMENTO ENDOSCOPICO
Coordinatore: R. Colombo (Milano)
Programma
- Anestesia
- Selezione del paziente e preparazione
- Strumentario (Bipolare, PDD, NBI, SPIES, HD)
- Procedura (“en bloc” / frazionata, estesa)
- Assistenza post operatoria
Relatori: P. Gontero (Torino), M. Racioppi (Roma), V. Serretta (Palermo)
Descrizione
Sebbene la resezione endoscopica per via transuretrale (TURBT) rappresenti lo standard per la diagnosi, la stadiazione e il primo trattamento delle neoplasie vescicali, la sua efficacia rimane ad oggi limitata a causa di numerose limitazioni intrinseche alla stessa procedura. I principali limiti oncologici della TURBT sono rappresentati da – violazione della asportazione en bloc della neoplasia,
-inefficacia nei confronti delle lesioni piatte o non riconoscibile endoscopicamente, -incompletezza della resezione. Anche la qualità della esecuzione tecnica della resezione, in mancanza di adeguati standard e programmi di insegnamento è ridotta in moltissimi contesti clinici. Di conseguenza, la TURBT si associa ad un alto tasso di malattia residua, di sottostadiazione patologica e di recidive di malattia a breve termine. Il Corso si propone di rivalutare la TURBT attraverso la rivisitazione delle indicazioni, delle modalità tecniche di esecuzione oltre che delle modalità di invio all’anatomo-patologo dei campioni tessutali prelevati. L’ analisi delle complicanze e i suggerimenti per la loro minimizzazione costituiranno uno dei principali obiettivi del Corso. Il Corso sarà condotto facendo riferimento costante a videoclips che illustreranno tutti i possibili scenari in cui la resezione endoscopica è in gioco compreso il ricorso alle nuove tecnologie quali resezione bipolare, resezione in fluorescenza (PDD) e con tecnica NB e SPICE.
- IL TRATTAMENTO CHIRURGICO DELL'INCONTINENZA URINARIA DA SFORZO FEMMINILE
Coordinatore: M. Lazzeri (Milano)
Moderatori: M. Lazzeri (Milano), G. Nicita (Firenze)
Programma
- Le basi fisiopatologic he delle Sling medio uretrali - M. Lazzeri (Firenze)
- MUS note di tecnica:
- Retropubiche - M. Soligo (Milano)
- Transotturatorie - M. Serati (Varese)
- Single Incision - V. Li Marzi (Firenze)
- Le complicanze perioperatorie: revisione della letteratura - A. Asimakopoulos (Roma)
- MUS e disturbi della fase di riempimento e di svuotamento - M. Cerruto (Verona)
- Qualità di vita sessuale dopo MUS - M. Serati (Varese)
- Risultati a lungo termine - M. Soligo (Milano)
Descrizione
Durante gli ultimi decenni, si è registrato un progressivo sviluppo delle conoscenze fisiopatologiche sui meccanismi che regolano la continenza urinaria nella donna. Il marcato aumento della vita media, la crescente percentuale di donne sovrappeso o obese e l’introduzione dei nuovi concetti di fisiopatologia ha rivoluzionato il campo del trattamento dell’incontinenza urinaria da sforzo. Partendo da un’analisi critica delle diverse teorie sui determinanti del deficit sfinterico, verranno proposte le principali tecniche di trattamento con sling medio uretrali. Particolare attenzione verrà posta alla determinazione dei tempi tecnici per le diverse metodiche utilizzate. Il corso dedicherà infine un ampio spazio alla definizione dell’incidenza, delle cause e del trattamento delle complicanze dopo intervento di sling. In particolare verranno forniti dati epidemiologici non solo sui disturbi post operatori del basso tratto urinario e sulle percentuali di difetti di guarigione, ma sarà posto l’accento sulle modificazioni della qualità di vita con particolare attenzione all’attività sessuale. L’obiettivo del corso è quindi di fornire al discente gli strumenti culturali e tecnici per poter porre una corretta indicazione al trattamento e un’adeguata gestione delle complicanze precoci e tardive.
- COME FARE UNA REVISIONE SISTEMATICA E UNA METANALISI
Coord. A. Tubaro (Roma)
Programma:
- Aperture del corso
- I parametri di valutazione di una pubblicazione scientifica
- Review sistematiche e non
- La metanalisi
- RevMan
- Chiusura del corso
Relatori: A. Tubaro (Roma), Lorenzo Marconi (Coimbra – P), Arjun Nambiar (Swansea, UK)
Il corso ha lo scopo di introdurre giovani specialisti urologi alla valutazione sistematica di una pubblicazione scientifica utilizzando criteri standard, alla preparazione di una review, sistematica e non, all’esecuzione di una metanalisi e all’impiego del programma RevMan della Cochrane Collaboration.
Il corso è organizzato con l’aiuto di due giovani esperti che collaborano sia con la Cochrane Collaboration che con l’ufficio linee guida della Società Europea di Urologia.